XENA: THÀNATOS: Il Rituale CAP.1

La notte fresca e il cielo stellato, non riuscivano a conciliare il sonno di Gabrielle, che voltandosi verso la donna che amava, cercava di introdurre un minimo di conversazione. Quando Xena era così silenziosa, le sembrava quasi di essere tornata indietro nel tempo, quando le parole per la guerriera parevano essere un’eccezione fastidiosa per il suo carattere taciturno.

“Xena, dormi?”

“No, Gab”.

“Nemmeno io…”

“Ho paura di cosa ci aspetterà, avrei voluto un po’ di pace…”

“La grande Principessa Guerriera che ha paura e parla di pace?”

“Mi sento stanca, Gabrielle…”

Il fuoco accanto al giaciglio stava per spegnersi, ma Gabrielle riuscì a scorgere il viso di Xena, che in effetti destava preoccupazione.

Le accarezzò il viso con dolcezza, poi passò alle spalle, ma Xena sembrava infastidita.

Liquidò la ragazza voltandosi dalla parte opposta.

“Buonanotte, Gab…”

“Notte, Xena…”

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Le due donne, in sella ai rispettivi destrieri, erano molto silenziose; in realtà Gabrielle avrebbe voluto parlare con Xena, ma qualcosa tra loro si era spezzato al ritorno da Mogador (Xena e la tratta delle schiave).

Era rimasta scossa da tutta la vicenda legata a Gurkhan, mentre Xena su di sé portava ancora i segni fisici e interiori delle torture subite. 

Nonostante ciò, la guerriera con la coda dell’occhio cercava lo sguardo della ragazza, che non mancava di voltarsi spesso verso di lei.

“Come ti senti all’idea di rivedere le amazzoni?” Xena aveva un tono di voce leggermente ironico.

“Ormai mi sento lontana da quel mondo…semmai io gli sia mai appartenuta”.

“Non ti senti una guerriera amazzone?”

“Non mi sento un’amazzone…e forse nemmeno una guerriera, dopotutto”.

Xena intuì non fosse il caso di proseguire l’argomento.

“Comunque siamo quasi arrivate”.

Gabrielle non rispose se non con un flebile sospiro inudibile per Xena.

**********

Arrivarono nei pressi del villaggio amazzone, che però sembrava essere diverso dall’ultima volta in cui erano state le due guerriere: una fitta nebbia che quasi non lasciava intravedere nemmeno l’erba, l’odore acre della stessa simile a quello della morte.

Xena scese da cavallo, e di riflesso anche Gabrielle.

Si guardarono intorno, ma era come se a circondarle ci fosse il nulla; Xena fece segno alla ragazza di rimanere in silenzio, ascoltando il più piccolo rumore che potesse ricondurre il pensiero ad una vita umana.

Gabrielle, cercando di continuare a non fare rumore però inciampò in una radice, ma Xena prontamente riuscì a frenare la caduta piegandosi e abbassandosi verso di lei, prendendola al volo. 

Fu proprio in quel momento che percepì la voce flebile di una donna intonare una nenia.

Nei pressi della radice dove era appena caduta Gabrielle vi era un enorme albero secolare, dietro al quale c’era una figura umana inginocchiata, vestita di nero e con un mantello che copriva spalle e capo. 

Non si resero conto di chi potesse trattarsi finché la mistica figura non si voltò verso di loro, scoprendo un viso noto ad entrambe: una donna dai lunghi capelli biondi con una cicatrice sul viso: Najara. Stava pregando. 

Xena non riuscì a credere ai propri occhi e andò subito in escandescenze. 

“Tu…tu non puoi essere…”

“…Viva? Il Djinn non mi ha mai abbandonata…”

Xena sguainò la spada, ma prontamente Gabrielle con i sai si frappose tra lei e Najara.

“…Gabrielle…ancora? Ancora cerchi di difenderla? Dopo tutto quello che abbiamo passato a causa sua?”

“Xena…no…”

“Gabrielle, togliti di mezzo oppure questa volta…”

La frase fu interrotta da un avambraccio che da dietro, con forza, si ritrovò contro la trachea di Xena.

“Non posso permettetelo, Xena!”.

**********

Xena abbassò la spada, poi si voltò verso la guerriera che l’aveva minacciata.

“Varia…prima chiedi il mio aiuto e poi…”

“Il tuo aiuto mi servirà per ben altro…ed ora…se volete lasciare pregare la sacerdotessa…”

“Scusa…? Sacerdotessa…?” Gabrielle era piuttosto stupita di quello che aveva sentito, mentre Xena le rivolse uno sguardo, compatendola con disgusto.

“Venite con me” Varia passò avanti facendo strada, mentre Xena al seguito diede una spallata a Gabrielle.

**********

“Dunque, si può sapere che cosa è accaduto al villaggio amazzone?” Xena si stava ancora guardando intorno, incredula di ciò che la circondava, camminando lentamente e con estrema attenzione.

“Circa un lustro fa, alcune delle mie sorelle sono scomparse per poi essere ritrovate squartate e appese a testa in giù nella foresta”.

Varia raccontava l’accaduto con la freddezza tipica di chi voleva mantenere il controllo.

“Non si tratterà per caso ancora di qualche pazzo che odia il popolo amazzone…?” Gabrielle venne subito interrotta da Varia, che proseguì la spiegazione.

“No, abbiamo ragione di pensare che si tratti di qualcuno all’interno della nostra comunità, anche se da quando è arrivata la sacerdotessa, gli omicidi si sono di molto diradati”.

“La sacerdotessa…” sorrise sarcastica Xena.

“Ci è stata di grande aiuto” continuò la regina “ha dato forza a tutte noi, oltre che preziosi consigli e…”

“Ah basta, finiscila! Io conosco quella donna, e non è ciò che vuole fare credere!” 

“Perché questo odio? Anche lei ti conosce, eppure ha usato parole molto belle nei tuoi riguardi e in quelli di Gabrielle”.

“Soprattutto nei riguardi di Gabrielle, immagino…” il sarcasmo di Xena era sempre più evidente, così Gabrielle decise di intromettersi nella conversazione.

“Come mai tutta questa nebbia?”

“Non ne ho proprio idea, Gab. Questo villaggio è diventato una tomba…non vediamo il sole da tempo immemore…”

Le tre donne si trovarono ormai al centro del villaggio, quando Xena si fermò bruscamente: qualcosa bloccò il suo passo.

“Dannazione, ma che…?”

La nebbia era così fitta che non lasciava spazio nemmeno ad una visione lineare da pochi centimetri da terra. Si inginocchiò per controllare su cosa avesse preso contro, e si rese conto che ciò che stava toccando era particolarmente freddo, duro e bagnato…

“Per gli déi Xena, quello è…” la voce di Gabrielle era tremante.

“…quel che resta di un teschio” terminò la frase Xena, mentre Varia si stava guardando intorno sfoderando la spada.

“Non succedeva qualcosa del genere da tempo, io non riesco a capire…”

“C’è poco da capire Varia, andiamocene di qui!”

Xena prese i resti del cadavere introducendoli in un panno sotto gli occhi disgustati di Gabrielle.

**********

Le due guerriere si ritrovarono nel capanno degli ospiti amazzone, Xena si stava togliendo l’armatura e le vesti per adagiarsi in un bagno caldo rilassante. 

Gabrielle le si avvicinò, abbracciandola da dietro. 

“Xena…” sussurrò.

La donna non disse una parola, e con una mano spostò e tolse del tutto le mani di Gabrielle dai suoi fianchi, poi continuò a spogliarsi.

“Hai deciso di non parlarmi?”

“Semplicemente non ho nulla da dirti, Gab”.

“Già, immagino. E immagino che Najara non c’entri nulla con il tuo silenzio punitivo”.

“Gabrielle, io sono stanca. Stanca di doverti mettere in guardia da cose ovvie. Con quale serenità dovrei lasciarmi andare con te?”

“Io non volevo difendere Najara…”

Xena entrò nella vasca colma di acqua calda e profumi.

“Quella pazza esaltata porta solo guai…ed io che pensavo ce ne fossimo liberate per sempre…”

“A quanto pare qui Najara è trattata come una divinità”.

Gabrielle si spogliò a sua volta, ed entrò suadente nella vasca di fronte a Xena, che non poté fare a meno di guardarla con desiderio.

Xena abbassò lo sguardo, massaggiando il sapone sulle braccia.

“Il potere che esercita Najara sulle amazzoni è relativo, una volta scoperto che cosa vuole ottenere, non sarà più un problema…”

Gabrielle si morse le labbra.

“Sei ancora gelosa di lei?”

“Mai stata gelosa…” la riposta secca di Xena trasudava menzogne.

“Io invece sono gelosa…” Gabrielle prese la mano sinistra di Xena e strofinò delicatamente la spugna tra le dita.

“…sai, non mi è piaciuto come ti ha guardata quell’amazzone che ci ha condotte qui…”

Gabrielle si avvicinò ancora di più di fronte a Xena, portandole le braccia intorno al collo, mentre la guerriera, ormai inebriata dalla sensualità della donna, le stava accarezzando la schiena. 

“Mi sei così mancata, Xena…”

Gabrielle rimase fissa con lo sguardo sulle labbra di Xena, per poi finalmente sentirle sulle sue, morbide e infine più audaci.

Il bacio divenne sempre più profondo, finché un tonfo sordo prima e un urlo disperato poi, non lo interruppero.

“Per gli dèi, Xena! Cosa può essere stato?”

“Andiamo a vedere!”

Le due donne sgusciarono fuori immediatamente dalla vasca, indossando di fretta le lenzuola per poi spalancare la porta della capanna.

Xena era davanti a Gabrielle in segno di protezione, poi le due donne lentamente cercarono di capire cosa fosse successo, ma la visuale era sempre meno nitida, si vedevano a malapena le costruzioni del villaggio amazzone da cui entrambe si stavano gradualmente allontanando. 

Poco dopo, i piedi di Xena a contatto con la pelle nuda sentirono qualcosa di caldo tra le dita: era sangue.

Xena non disse nulla a Gabrielle, seguendo la scia di sangue che stava diventando sempre più nitida e spessa.

Gabrielle guardava le spalle della sua donna, sapendo che fare domande in quel momento non fosse assolutamente opportuno, finché Xena non si girò verso di lei facendole segno di rimanere in silenzio: aveva visto qualcosa.

**********

Davanti a loro, stesa a terra si trovava proprio la giovane amazzone che le aveva accompagnate alla capanna.

Gli occhi erano rivolti all’insù ed era completamente rigida: le dita delle mani erano piegate, come se avesse cercato di afferrare qualcosa.

“…è…è morta Xena?”

“No, respira ancora…dobbiamo riportarla al villaggio e…”

Xena sentì dei rumori, come se qualcuno fosse nascosto tra gli alberi e avesse calpestato dei rami secchi. 

Prese il lenzuolo che avvolgeva il suo corpo, e arrotolandolo abilmente lo fece diventare una sottospecie di frusta, che prontamente si avviluppò intorno a ciò che sembrava essere un’ombra, che alla fine catturò strattonandolo verso di lei.

“Sei stata tu, maledetta!”

“No, Xena, io sono una vittima quanto lei, te lo giuro…!”

“Vittima? Non farmi ridere!”

Gabrielle questa volta non se la sentiva di intervenire.

“Xena, dobbiamo andarcene da qui e provare a salvare…”

Gabrielle non riuscì a finire la frase che Varia e alcune amazzoni arrivarono sul posto correndo.

“Che cosa succede qui? Abbiamo sentito delle urla…Non ci posso credere…un altro cadavere…”

Gab si affrettò a rispondere:

“No Varia, è ancora viva, possiamo salvarla!”

“Antiope e Mira, portate via Selene! La sacerdotessa sicuramente potrà aiutarci…”

Xena, sentendo ancora l’epiteto dato da Varia a Najara, non potè fare a meno di contestare.

“Ma cosa stai dicendo? Non è una sacerdotessa! E sono sicura che tutto questo è opera sua!”

Varia si avvicinò a Xena guardandola dalla testa ai piedi, sorridendole maliziosa: era completamente nuda davanti a lei.

“Ti ho già detto che la sacerdotessa per noi è molto importante, potrai rendertene conto tu stessa.”

Prese il lenzuolo che imprigionava Najara e glielo pose sullo sterno, sfiorandola.

“Ora copriti. Per quanto sia molto bello ciò che vedo, qui si gela…”

Gabrielle volse lo sguardo prima a Varia e poi a Xena, con totale sorpresa e disappunto.

“Ho sentito bene?”

“Già”.

“Questo è tutto quello che hai da dire?”

Xena si stava ricoprendo frettolosamente, facendo finta di nulla.

“Allora…?”

“Gab, non è questo il momento di fare domande su cose stupide…andiamo!”

Gabrielle rimase a bocca aperta, come se avesse voluto aggiungere altro, ma alla fine sospirò infastidita e seguì Xena.

**********

Xena e Gabrielle si stavano vestendo, a breve sarebbero state al cospetto di Varia e delle amazzoni anziane per parlare degli ultimi avvenimenti.

“Pronta?” Xena stava aprendo la porta come per mettere fretta a Gabrielle, ma quest’ultima sembrava prendere tempo.

“No, vai da sola”.

“Scusa? E tu cosa intendi fare? Dormire? Stai scherzando, spero!”

Xena mise le mani sui fianchi, poi si avvicinò alla ragazza, sedendosi accanto.

“Cosa ti prende?”

“Mi sembravi compiaciuta per quello che ti ha detto Varia, e ho capito che tra noi le cose non sono più come prima” quando Gabrielle pronunciò l’ultima frase aveva la voce strozzata.

“Ti rendi conto che non è questo il momento né il luogo adatto per fare questi discorsi, vero?”

“Non lo è mai, Xena! Siamo sempre prese da altro, abbiamo sempre altre cose di cui occuparci, tranne che di noi due!”

Le parole di Gab erano piene di frustrazione.

“Fa’ come ti pare, Gabrielle. Ci vediamo più tardi”.

Xena uscì dalla capanna sbattendo la porta, mentre Gabrielle portò le mani alle tempie.

L’unica volta che le due donne si erano così profondamente allontanate l’una dall’altra fu per la morte di Solan, ma nessuna donna si era mai frapposta tra lei e Xena.

**********

Xena arrivò al centro del villaggio, precisamente dove le amazzoni svolgevano danze e iniziazioni; ad attenderla c’erano Varia e le sue fidate guerriere.

Di fronte all’intero gruppo di donne, si poteva vedere un altare in pietra su cui era distesa a forma di croce con la testa rivolta ad est, la giovane Selene, circondata da alcuni falò, mentre a fianco della ragazza c’era Najara, questa volta tutta vestita di bianco.

La sacerdotessa si avvicinò all’amazzone con un piatto di vino in fiamme, al quale aggiunse resina e olio profumato che pose in una delle mani della ragazza, poi recitò una preghiera accasciandosi a terra:

“Ascoltami, o Morte, il cui impero inconcluso

si estende alle tribù mortali di ogni genere.

Da te dipende la parte del nostro tempo,

la cui assenza allunga la vita, la cui presenza finisce.

Il tuo sonno perpetuo rompe le vivide pieghe

con le quali l’anima attira il corpo:

comune a tutti, di ogni sesso ed età,

perché nulla sfugge alla tua furia distruttrice.

Non la giovinezza stessa la tua clemenza può guadagnare,

vigorosa e forte, da te prematuramente uccisa.

In te si conosce la fine delle opere della natura,

solo in te ogni giudizio è assolto.

Nessuna arte supplicante contrasta il tuo tremendo furore,

nessun voto revoca il proposito della tua anima.

O potenza benedetta, considera la mia ardente preghiera,

e la vita umana all’età abbondantemente risparmiata.”

Ci fu silenzio assoluto.

Xena guardò Varia perplessa e diffidente come sempre, ma non disse nulla.

Poco dopo Selene iniziò ad urlare disperata e nello stesso istante Varia tenne ferma Xena, che chiaramente era intenta a correre verso l’amazzone, che si alzò in piedi sull’altare con gli occhi spalancati per poi cadere all’indietro.

Dopo questa terribile visione, Xena si liberò da Varia andando incontro a Selene: era morta.

“Najara! Che tu sia maledetta! L’hai uccisa! L’hai uccisa tu!”

Varia, intuendo che Xena era totalmente fuori controllo, con un cenno, diede ordine alle sue guerriere di fermarla.

Najara, ancora accasciata, provò ad alzarsi senza riuscirci, e con voce flebile si rivolse a Xena.

“Selene era posseduta, il nostro villaggio sarebbe stato in pericolo, ma non sono stata io ad ucciderla…”

“Qui non c’è niente di tuo, Najara! Come puoi dire di non essere stata tu? Ti abbiamo vista tutti!” Xena era furibonda.

“Portate via Xena!” ordinò Varia alle guerriere amazzoni.

“Tu non hai la minima idea dell’errore che stai facendo, Varia…!”

Xena venne legata per essere condotta nel capanno privato della Regina Amazzone.

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